Works 2018-2013


FILIPPO BERTA, IN OUR IMAGE AND LIKENESS, 2018, Chap. 2
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Short Description:

An old man is playing with a rosary, making it turn on the index finger. This     obstinate game put in relationship the human being and all rules symbolized by the idol, which keep the individual in an standardizing and reassuring condition, but always in conflict with the human impulses. This work is the second chapter of a trilogy proposed as a reflection about the obstinate desire of the society to have an reassuring icon of a idol, where the reality find the "right dimension", but in the same time it have inside a tension of the dualism between idol and idolater.

Breve Descrizione:
Un uomo anziano sta giocando con un rosario, facendolo girare sull'indice. Questo gioco ostinato mette in relazione l'essere umano e tutte le regole simboleggiate dall'idolo, che mantengono l'individuo in una condizione standardizzante e rassicurante, ma sempre in conflitto con gli impulsi umani. Questo lavoro è il secondo capitolo di una trilogia proposta come un ripensamento sul desiderio ostinato della società di avere un'icona rassicurante di un idolo, dove la realtà trova la "giusta dimensione", ma nello stesso tempo ha dentro un gioco dualistico in tensione tra idolo e idolatra.

  
FILIPPO BERTA, PERFECT FORM, 2017
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Short Description:

From a metal tube, fixed to the ceiling, comes out a jet of air that produces a hole in the center of a liquid, square and black surface. Entering into the adjacent room, it discovers that this pressure is produced by people arranged in a circle, because they blow strongly into small rubber tubes. In this performance, the collective effort that keeps the clear circle visible in the black square (that is, two ideologically opposite forms), is equivalent to the attempt to reach the form of a perfect society, in which everyone feels necessary.


Breve Descrizione:
Da un tubo metallico, fissato al soffitto, esce un getto d’aria che produce un buco al centro di una superficie liquida, quadrata e nera. Entrando nella sala adiacente, si scopre che tale pressione è prodotta da persone disposte in cerchio, perché soffiano con forza in piccoli tubi di gomma. In questa performance, lo sforzo collettivo che mantiene visibile il cerchio chiaro nel quadrato nero (ossia due forme ideologicamente opposte), equivale al tentativo fallimentare di raggiungere la forma di una società perfetta, in cui ognuno si sente necessario.

 
FILIPPO BERTA, IN OUR IMAGE AND LIKENESS, 2017, Chap.1
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Short Description: 
Performance realized for the 6th Thessaloniki Biennale (Greece, 2017)
 and for the solo exhibition at the Massimodeluca Gallery, (Venice, 2018)
A group of people fixes a nail to the wall while remaining on tiptoe, so as to reach the maximum height allowed by their bodies. The noise caused by hammer blows saturates the space. Then each person places a crucifix and an irregular line becomes visible, that is defined by the body limits of each person. This border establishes two dimensions of an "above" and of a "below" (perfection and imperfection, spiritual and corporal) as if it were the critical frontier beyond which only the dimension of the idol exists. This work is the first chapter of a trilogy proposed as a reflection about the obstinate desire of the society to have an reassuring icon of a idol, where the reality find the "right dimension", but in the same time it have inside a tension of the dualism between idol and idolater

Breve Descrizione:
Performance realizzata per la 6a Biennale di Salonicco (Grecia, 2017)
e per la mostra personale presso la Galleria Massimodeluca (Venezia, 2018)
Un gruppo di persone fissano al muro un chiodo rimanendo in punta di piedi, in modo da raggiungere l’altezza massima concessa dai loro corpi. Il rumore causato dai colpi di martello satura lo spazio. Poi ognuno pone un crocifisso e diventa visibile una linea irregolare, definita dai limiti corporei di ciascuna persona. Questo confine stabilisce due dimensioni di un "sopra" e di un "sotto" (perfezione e imperfezione, spirituale e corporale) come se fosse la frontiera critica oltre la quale esiste solo la dimensione dell'idolo. Questo lavoro è il primo capitolo di una trilogia proposta come un ripensamento sul desiderio ostinato della società di avere un'icona rassicurante di un idolo, dove la realtà trova la "giusta dimensione", ma nello stesso tempo ha dentro un gioco dualistico in tensione tra idolo e idolatra.
 
Filippo Berta, Just One, 2017
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Short Description:
A sheep is put on a white pedestal and then she is completely sheared. The action unmasks one of the subjects which are part of a flock, that is a uniformed collectivity (starting from this concept I titled the work: Just One) becoming a metaphor of human condition. The work is a praise to the imperfection held hidden below a white and pure mantle, but that inexorably imposes uniformity. In this way the work shows a parody of the equestrian sculpture, in which the acclaimed subject is the truth of the imperfection.

Breve Descrizione: 
Una pecora viene posta su un piedistallo bianco e tosata completamente. L’azione smaschera uno dei tanti soggetti che compongono un gregge, ovvero una collettività uniformata (da qui il titolo: Just One), diventando metafora della condizione umana. Il lavoro è un elogio all’imperfezione tenuta nascosta sotto un manto, che pur essendo bianco e puro, è inesorabilmente uniformante. In questo modo il lavoro propone una parodia della scultura equestre, dove il soggetto acclamato è la verità dell’imperfezione.


Filippo Berta, Here! - Presente!, 2016, performance
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Short Description:
A group of children is willing to semi-circle and each of them is drinking a juice box.  When everyone finishes the drink, they put the empty juice-box on the ground and suddenly they hit it with his foot. This act causes a brief, intense noise, similar to an explosion that fills the room and vibrates on the skin of the audience. In this work the child is metaphor of the incorrigible nature hidden in us in opposition to the right and imposed forms by the society, like a dualistic portrait of the human being.

Breve Descrizione: 
Un gruppo di bambini è disposto a semi-cerchio e ognuno di essi sta bevendo un succo di frutta. Quando tutti hanno finito di bere, mettono il recipiente di cartone a terra e improvvisamente lo colpiscono con il piede. Questo gesto provoca un breve e intenso rumore come fosse un'esplosione che riempie l'ambiente e vibra sulla pelle degli spettatori. In questo lavoro il bambino è metafora della natura incorreggibile nascosta in noi, in opposizione con le forme giuste e imposte dalla società, come fosse un dualistico ritratto dell'essere umano.


Filippo Berta, Concert of soloists #2, 2015, performance
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Short Description:
A group of men are drinking the broth seated at a table of the Italian Embassy of Berlin. Each of them emphasizes every sip by sucking forcefully from the spoon, so emit a noise intrusive. Every individual manifests his presence during the act of eating by means of this gurgle coming from his mouth, but finds himself inexorably absorbed by a collective chaotic noise. Everyone tries to distinguish from this collective uniformity (the same dish, the same dress, same chair ...), but it is a futile attempt and the result is a parodic competition in which everyone tries to cover the others people and to come out from they.
Video made in the reception room of the Italian Embassy in Berlin

Breve Descrizione: 
Un gruppo di uomini bevono del brodo stando sedute al tavolo Dell’Ambasciata Italiana a Berlino. Ognuno di essi enfatizza ogni sorso succhiando con forza dal cucchiaio, così da emettere un rumore invadente. Ciascun individuo manifesta la sua presenza durante l’atto di nutrirsi con un gorgoglio proveniente dalla propria bocca, ma si ritrova a essere inesorabilmente assorbito da un caotico rumoreggiare. Il tentativo del singolo di distinguersi da una collettività uniformante (lo stesso piatto, lo stesso vestito, la stessa sedia...) si rivela fallimentare e ne consegue una parodistica competizione in cui tutti cercano di sovrastarsi.
Video realizzato nella sala ricevimenti dell’Ambasciata Italiana di Berlino

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Filippo Berta, Sulla retta via (On the straight and narrow), 2014, Video HD
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Video Work Finalist of Talent Prize, Inside Art, Guido Talarico Editore, Rome
Jury: Guido Talarico (Editor and director of Inside Art), Marie Fernandez (Director of art exhibitions in the city of Lille, France), Alberto Fiz (Director of MARCA, Catanzaro, Italy), Micol Forti (Curator of the Contemporary Art Collection of the Vatican Museums), Anna Mattirolo (Director of the MAXXI, Rome), Ludovico Pratesi (Director of the Visual Art Peschiera di Pesaro, Italy), Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (President of the Sandretto Re Rebaudengo Foundation)

Video Finalista del Talent Prize, Inside Art, Guido Talarico Editore, Roma
Giuria: Guido Talarico (Editore e direttore Inside Art), Marie Fernandez (Direttore arti visive ed attività espositive del Comune di Lille), Alberto Fiz (Direttore artistico MARCA di Catanzaro), Micol Forti (Curatrice della Collezione d’Arte Contemporanea dei Mu- sei Vaticani), Anna Mattirolo (Direttore del MAXXI Arte), Ludovico Pratesi (Direttore artistico Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro), Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (Presidente Fondazione Sandretto Re Rebaudengo)

Short Description: 
A line of people is moving along the seashore of a deserted beach, trying to follow the fleeting border, defined by the waves, that separates the sea from the land. This situation produces a uncoordinated collective action that makes visible an unending line that breaks continuously. The difficulty of maintaining a perfect and straight line represents the dualism of man’s impossibility to find a balance between his own intuitive, emotional and impetuous nature and his defined role by society which penetrates individual consciences and conditions mental behaviour, guiding the individual towards standardised models.
Text by Claudia LöffelholzGerman independent curator and member of LaRete Art Projects

Breve Descrizione: 
Una linea di persone si muove lungo la riva del mare di una spiaggia deserta, cercando di seguire il confine fugace, definito dalle onde, che separa il mare dalla terra. Questa situazione produce un’azione collettiva scoordinata che rende visibile una linea senza fine che si rompe continuamente. La difficoltà di mantenere una linea perfetta e retta rappresenta il dualismo d’impossibilità dell’uomo di trovare un equilibrio tra la sua natura intuitiva, emotiva, impetuosa e il suo ruolo definito dalla società che penetra le coscienze individuali e le condizioni comportamento mentale e guida l’individuo verso modelli standardizzati.
Testo di Claudia Löffelholz, curatrice indipendente e membro de La Rete Art Projects

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Filippo Berta, Allumettes #2, 2013, performance
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Work Winner of the MIA Foundation Award, Bergamo, Italy
Jury: Giacinto di Pietrantonio (Director of GAMeC - Museum of Modern and Contemporary Art, Bergamo, Itay), Eugenio Viola (Senior curator at PICA The Perth Institute of Contemporary Arts in Australia) and Corrado Benigni ((Responsible for Culture and the Arts of the MIA Foundation) - Curated by Stefano Raimondi and Mauro Zanchi

Opera Vincitrice del Premio Fondazione MIA, Bergamo
Giuria: Giacinto di Pietrantonio (Direttore della GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo), Eugenio Viola (Senior curator at PICA The Perth Institute of Contemporary Arts in Australia) e Corrado Benigni (Referente per la Cul- tura e l’Arte della Fondazione MIA) - A cura di Stefano Raimondi e Mauro Zanchi

Short Description:
People massed light up a match after another to make visible the square created by the union of their bodies. The noise produced reveals the frenzy of this collective effort. This stubborn act turns out to be bankruptcy when the first people, after finishing the matches available, leave the group and initiate a slow process of dissolution of the perfect square. The feeble glow produced by matches conceals the fragility of a perfection that can only be temporary and reaches its peak even when the last match is shutting down.
Performance realized at MADRE Museum of Naples, at Basilica S. Maria Meggiore of Bergamo and SUC Murate of Florence

Breve Descrizione: 
Delle persone ammassate accendono un fiammifero dopo l’altro rendendo visibile il quadrato creato dall’unione dei loro corpi. Questo gesto ostinato si dimostra fallimentare quando le prime persone, avendo finito i fiammiferi, abbandonano il gruppo decretando un lento processo di dissolvimento del quadrato perfetto. Il fievole bagliore prodotto dai fiammiferi cela in sé tutta la fragilità di una perfezione che è solo momentanea e trova il suo culmine quando anche l’ultimo fiammifero si spegne
Performance realizzata al Museo MADRE Napoli, alla Basilica S. Maria Meggiore di Bergamo e a SUC Le Murate di Firenze

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Filippo Berta, Territories #2, 2015, performance
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Short Description:
In an area covered in gravel a number of people are involved in a war without allies and in the general confusion each person tries to trace with his foot the line of his territory within which to express himself. This clash between individualities has created territories with different shapes and sizes forcibly intertwined together despite their incongruousness. The definition of ourselves in social relations is a struggle between colonizers and colonized, a condition that in this performance is reduced to a collective heroism as if it were a chaotic anthill.
Performance made at the Spinola Banna Foundation, Turin, IT (2009) and at the Dinosaurs Quarry, Altamura, IT (2015)

Breve Descrizione:
In una distesa ghiaiosa delle persone sono coinvolte in un conflitto senza alleati e nella confusione generale ognuno cerca di tracciare con il piede il confine del proprio territorio entro cui esprimere se stessi. Questo scontro tra individualità ha generato territori con forme e dimensioni diverse forzatamente incastrati tra di loro nonostante fossero incongruenti. La definizione di se stessi nelle relazioni sociali è una lotta tra colonizzatori e colonizzati, una condizione che nella performance è ridotta a un caotico e collettivo eroismo da formicaio.
Performance realizzata alla Fondazione Spinola Banna, Torino (2009) e alla Cava dei Dinosauri, Altamura (2015)

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Filippo Berta, Cheees!, 2013, performance
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Short Description:
A group of people, aligned along the walls, cover their faces by a black fabric and then, they perform the same action: to draw a “smile” on the wall above their heads. The attempt to reproduce the exact form of the smile (circle, two dots and a semi-circle) becomes useless and produces a series of forms which emulate the original and show the obstinate intention visible in the wrong traces. In the desire of the individual to homologate to the right form imposed by the community, lies the imperfect human nature, so that the stereotype and the personal are combined. Performance made at the Victoria Art Center, Bucharest, RO


Breve Descrizione: 
Un gruppo di persone allineate lungo le pareti si coprono il viso con un tessuto nero, per poi compiere la medesima azione di disegnare sul muro uno “smile” sopra la loro testa. Il fallimentare tentativo di riprodurre la forma precisa dello “smile” (cerchio, due punti e semicerchio) genera una serie di forme che emulano l’originale e mostrano nei tratti errati un’ostinata intenzione. Nel desiderio dell’individuo di omologarsi alla giusta forma imposta dalla collettività si cela l’imperfezione della natura umana, coniugando così lo stereotipo con il personale.
Performance realizzata al Victoria Art Center di Bucarest