Filippo Berta, Instructions for use, 2012, performance
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Short Description:
A group of italian soldiers trying to keep in balance their rifles on the palm of the hand and this is a difficult situation that will end when all the guns have fallen to the ground. The use of the weapon as a game lasts only the time in which these soldiers can keep their guns upside down compared to the normal military instructions.
Performance in which were involved with a group of Soldiers on leave, who have been taught the proper use of arms.
Breve Descrizione:
Un gruppo di alpini cercano di tenere in equilibrio i propri fucili sul palmo della mano, generando una condizione difficile che finirà quando tutti i fucili saranno caduti a terra. L’uso dell’arma come un gioco dura solo il tempo in cui i militari riescono a mantenere i fucili capovolti rispetto al consueto assetto da soldato.
Performance realizzata con un gruppo di alpini in congedo, ai quali è stato insegnato l’uso corretto delle armi.
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Breve Descrizione:
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Filippo Berta, Happens Everyday, 2012, performance
Short Description:
A group of people are sitting behind school desks arranged and each person grabs his desk, lifts it and overturns it over his head. From that moment, a challenge of strength in maintaining that position starts. Then, the first begin to succumb to fatigue, to the point that, everyone will have arranged the desks in their original position. The school desk, an object symbol of the dictates given to us from childhood, succumbs to the need to rebel from this micro-society and this act generates a silent condition of break between the rule of law was imposed, and the innate nature.
Video made in a classroom of the Primary School E. De Amicis in Sansepolcro (Italy) by involving ex-alumni and local inhabitants.
Breve Descrizione:
Un gruppo di persone sono sedute dietro a dei banchi di scuola e ciascuno individuo afferra il proprio banco, lo alza e lo ribalta sopra la propria testa. Da quel momento inizia una sfida di resistenza nel mantenere quella posizione.Poi, i primi cominceranno a cedere alla fatica al punto che tutti avranno disposto i banchi nella loro posizione d’origine. Il banco di scuola, oggetto simbolo dei dettami impartitici sin dall’infanzia, soccombe alla necessità di ribellione di questa micro-società, generando una una silenziosa condizione di rottura tra il lo stato di diritto imposto e lo stato di natura innato.
Video realizzato all’interno di un’aula della Scuola Elementare E. De Amicis di Sansepolcro, con il coinvolgimento di ex-alunni e abitanti della zona.
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Breve Descrizione:
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Filippo Berta, For Sale, 2012, installation
Short Description:
The floor plans of some apartments adjacent to the pedestrian streets of the city of Como, were re-drawn specularly on the ground by means of white marble powder. The private spaces become publicly and the pedestrians can cross and interact with the border lines that delimit those places where the private sphere manifests itself freely.
Installation made as final work of the artists’ residence at the Fondazione Ratti, Como, Italy
Breve Descrizione:
Le planimetrie di alcuni appartamenti adiacenti alle vie pedonali della città di Como sono state ridisegnate a terra in modo speculare con la polvere di marmo bianco. Gli spazi privati diventano di dominio pubblico e i pedoni possono attraversare e interagire con i confini di quei luoghi dove la sfera privata si manifesta liberamente.
Installazione realizzata come lavoro conclusivo della residenza per artisti presso la Fondazione Ratti, Como
Filippo Berta, Allumettes #1, 2012, performance, Madre Museum of Naples
Short Description:
People massed light up a match after another to make visible the square created by the union of their bodies. This stubborn act turns out to be bankruptcy when the first people, after finishing the matches available, leave the group and initiate a slow process of dissolution of the perfect square. The feeble glow produced by matches conceals the fragility of a perfection that can only be temporary and reaches its peak even when the last match is shutting down.
Performance realized at MADRE Museum of Naples, at Basilica S. Maria Meggiore of Bergamo and SUC Murate of Florence
Breve Descrizione:
Delle persone ammassate accendono un fiammifero dopo l’altro rendendo visibile il quadrato creato dall’unione dei loro corpi. Questo gesto ostinato si dimostra fallimentare quando le prime persone, avendo finito i fiammiferi, abbandonano il gruppo decretando un lento processo di dissolvimento del quadrato perfetto. Il fievole bagliore prodotto dai fiammiferi cela in sé tutta la fragilità di una perfezione che è solo momentanea e trova il suo culmine quando anche l’ultimo fiammifero si spegne
Performance realizzata al Museo MADRE Napoli, alla Basilica S. Maria Meggiore di Bergamo e a SUC Le Murate di Firenze
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Breve Descrizione:
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Filippo Berta, Islands, 2011, performance, video 1'10''
Short Description:
Some people rotate on themselves with their eyes closed and arms outstretched, holding in their hands red fluorescent bars and the wake of light defines the maximum area that each individual can occupy with his body and this space consists in his own island. The result is a confusing general movement, characterized by random clashes that becomes the metaphorical image of a heterogeneous society made up different identities closed in their border.
Breve Descrizione:
Delle persone ruotano su se stesse con gli occhi chiusi e a braccia aperte, reggendo tra le mani delle barre rosse fluorescenti e la scia di luce definisce la superficie massima che ciascun individuo può occupare e questo spazio consiste nella sua isola. Ne scaturisce un movimento generale confusionario, caratterizzato da scontri casuali che diventa l’immagine metaforica di una società eterogenea costituita da identità chiuse in un proprio confine.
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Filippo Berta, Vice Versa, 2011, performance
Short Description:
Each of the person involved is placed between two blackboards, and at first they write with his right hand, on the blackboard on the right, their name and surname chanting all the syllables. Then, they repeat the same action but with the left hand, trying with difficulty to copy the accuracy of the traits of the letters written with his right hand, while the space is saturated with childish collective chant. The abortive attempt to emulate a established perfection and sets, is revealed in the imperfections of the unsafe features of the left hand (not educated), and this conflict inherent in every individual is represented by these two blackboards, which become the portrait of those who made them.
Breve Descrizione:
Ciascuna delle persone coinvolte è posta tra due lavagne e prima scrivono con la mano destra, sulla corrispondente lavagna, il loro nome e cognome scandendo ad alta voce tutte le sillabe. Poi ripetono la stessa azione ma con la mano sinistra, copiando a fatica la precisione dei tratti delle lettere scritte con la mano destra, mentre lo spazio si satura di un’infantile cantilena collettiva.Il tentativo fallimentare di emulare una perfezione convenzionale imposta si rivela nelle imperfezione dei tratti insicuri della mano sinistra (non istruita), e questo stato conflittuale insito nell’individuo è rappresentato dalle due lavagne accostate che diventano il ritratto di chi le ha realizzate.
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Breve Descrizione:
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Filippo Berta, Homo Homini Lupus, 2011, Video HD
Video Work Winner of the Maretti Editor Award, La Habana, Cuba
Jury: Laura Cherubini (Art critic curator), Eugenio Viola (Curator at large of MADRE - Museum of Contemporary Art of Naples, Italy), Giacomo Zaza (Art critic, curator and director of Torrione Passari Contemporary Art Centre, Italy) Caridad Blanco (Curator, art critic, and researcher at the Center for Development of the Visual Arts in Havana), Israel Castellanos (Curator and art critic), Jorge Fernández Torres (Director of the Havana Biennial and the Wifredo Lam Centre)
Video Vincitore del Premio Maretti Editore, La Habana, Cuba
Giuria: Laura Cherubini (Curatore e critico d’arte), Eugenio Vio- la (Curator at large of MADRE - Museo d’Arte Contemporanea DonnaRegina di Napoli), Giacomo Zaza (Critico d’arte, curatore e direttore artistico del Torrione Passari di Molfetta) Caridad Blanco (Curatore, critico d’arte e ricercatore presso il Centro di Svilup- po di Arti Visuale di Avana, Cuba) Israel Castellanos (Curator e critico d’arte), Jorge Fernández Torres (Director of the Havana Biennial and the Wifredo Lam Centre)
Short Description:
In Hobbes’ Leviathan of 1651, the English philosophy lays the ground for his theory of natural justice, deeming this as a continuous state of warfare (bellum omnium contra omnes), where “man is a wolf to man”. Moving on from the philosophical metaphor to the hypertextuality inherent to contemporary art, Filippo Berta picks up the Hobbesian theme: the artist shows the ferinitas of the human condition using directly a pack of wolves. Set in an almost lunar landscape, the wolves violently fight over an object, an Italian flag, not over a prey, and it is this which unsettles us. In the Hobbesian world, the only way out of this continuous state of warfare is through the creation of the state, capable of reducing the plurality of individual wills to a single will. This solution is put into question by Berta through one of its most emblematic of symbols, the flag, always present in this allegorical mise en scène that reclaims the state of nature over that of the rule of law [...]
Testo di Eugenio Viola, senior curator at PICA The Perth Institute of Contemporary Arts in Australia
Breve Descrizione:
Nel Leviatano (1651), Tommaso Hobbes getta le basi del giusnaturalismo, interpretato pessimisticamente come uno stato di guerra continua (bellum omnium contra omnes) dove l’uomo è “lupo per l’uomo”. Passando dalla metafora filosofica all’ipertestualità che appartiene al presente dell’arte, Filippo Berta ribalta l’assunto hobbesiano: per visualizzare la ferinitas del genere umano, l’artista utilizza direttamente un branco di lupi.Immersi in un paesaggio quasi lunare, i lupi si contendono violentemente non una preda ma un oggetto, una bandiera italiana, e questo ci spiazza. Per il filosofo la sola via d’uscita è la creazione dello stato, capace di ridurre le volontà dei singoli a una volontà unica, che Berta mette in questione attraverso uno dei suoi simboli più riconoscibili: la bandiera, con un’allegorica mise en scène che rivendica le ragioni dello stato di natura sullo stato di diritto [...]
Testo di Eugenio Viola, senior curator at PICA The Perth Institute of Contemporary Arts in Australia
Filippo Berta, Alessandro Pelicioli Massimo Barbieri Greta Agresti Anna Coppola
2010, performance, Digital Video 3'00''
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Short Description:
Two men and two women are exposed naked behind four sheets of glass while they’re trying to hide their faces with difficulty by means of the halo of water vapor left from their breath on the surface of the slab. Their names and surnames are the title of this artwork and they become empty codes because they can’t be associated with the four faces deleted by a draining and violent action. The four bodies have been cleaned of any connotation given by family and by their society and until the halo does evaporate, they are potential white sheets on which to realize the true portrait.
Breve Descrizione:
Due uomini e due donne sono esposti nudi dietro a quattro lastre di vetro mentre cercano a fatica di nascondere il loro viso con l’alone di vapore acqueo lasciato dal loro respiro sul- la superficie della lastra. I loro nomi e cognomi sono il titolo dell’opera e diventano dei codici vuoti perché non possono essere associati ai quattro volti cancellati da un’azione snervante e violenta. I quattro corpi sono stati puliti da ogni connotazione data dalla famiglia e dalla società di appartenenza e finché l’alone non evapora, essi sono dei potenziali fogli bianchi su cui poter realizzare il vero ritratto.